Paola De Pietri, Walter Niedermayr. Parco casse d’espansione del fiume Secchia. 1994 - 1997

26.04.2024 > 09.06.2025

a cura di William Guerrieri, Monica Leoni, Elisabeth Sciarretta
in collaborazione con Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea nell’ambito di Fotografia Europea 2024
Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, con sede a Rubiera (RE), ha realizzato dal 1990 indagini fotografiche sul territorio regionale e nazionale, con il sostegno di un gruppo di comuni ed enti della provincia di Reggio Emilia e Modena. Promuovendo la ricerca fotografica, incaricando noti fotografi italiani e stranieri, affiancata dall’originale esperienza dei “Laboratori di Fotografia”, Linea di Confine per oltre 30 anni si è proposta nel panorama italiano come una delle esperienze più significative nel settore della pubblica committenza.

Dal 2023 il Comune di Reggio Emilia, con l’archivio fotografico della Biblioteca Panizzi, ha ricevuto da Linea di Confine il deposito dell’intera collezione fotografica, per metterla a disposizione della cittadinanza, valorizzandola e restituendo ad essa una seconda vita e una nuova visibilità. Questa mostra è la prima di diverse iniziative che vedranno la collezione di Linea di Confine protagonista nel panorama della fotografia in città.

Il progetto d’indagine Linea di Confine inizia nel 1989, con un primo Laboratorio di fotografia tenuto dal fotografo Guido Guidi sull’area delle Casse d’espansione del fiume Secchia, un’area in profonda trasformazione, sulla quale si era appena costituito un Consorzio di enti per la gestione del territorio e la protezione di un’oasi naturalistica. Nel 1994 e nel 1997, quando il progetto Linea di Confine già assume un rilievo internazionale, vengono incaricati i due fotografi Paola De Pietri e Walter Niedermayr, per condurre un’indagine sull’area del parco fluviale.

Paola De Pietri, incaricata nel 1994, decide di realizzare la sua osservazione sorvolando l’area del parco fluviale con una mongolfiera. Il punto di vista dalla mongolfiera in volo avrebbe permesso di produrre delle immagini ad una distanza che fosse a metà strada fra quella offerta dalla comune mappa topografica, quella dell’aereo e quella degli occhi del visitatore.

Nel 1997, viene incaricato il fotografo Walter Niedermayr, che con la produzione di una serie di opere a dittico, si interroga sul destino delle aree sottoposte ad intenso sfruttamento economico e successivamente attrezzate per gestire sport e attività didattiche, osservando come i parchi rappresentino la nostra pretesa romantica di trovare una nostra immagine di “natura incontaminata”.

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